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> X-MEN GRAND DESIGN, di Ed Piskor
 
Jenny
Inviato il: Giovedì, 25-Ott-2018, 00:32
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QUOTE (fiocotram @ Mercoledì, 24-Ott-2018, 21:35)
E il motivo di quest'ultima qual era?
Probabilmente, l'attrito che nel mondo reale lo stesso Claremont provava per il varo della testata e che si rifletteva su questa separazione di fatto.

Secondo me invece sbagli: tolti i primi mesi di X-Factor durante i quali l'unico che effettivamente se ne fregò del resto del mondo mutante fu Layton, da quando fu Louise Simonson a scriverne le storie il mantenimento della lontanza tra i due gruppi non fu affatto il sintomo di un attrito, ma fu una scelta concordata.
Posta cioé l'anomalia della nascita di X-Factor e delle motivazioni che l'organizzazione si diede, sia Simonson che Claremont sfruttarono la situazione per far leva sulle contraddizioni generate, anche in conseguenza della partecipazione di Magneto alle attività degli X-Men.
Ne sono la prova i continui accenni ed i due crossover ("Massacro Mutante" e "La caduta dei mutanti"), tutti concordati e privi di improvvisazione.
Il mancato chiarimento tra i due gruppi era funzionale a che si incrementasse il periodo di insicurezza e di instabilità durante il quale è più facile scrivere storie di maggiore interesse.
Diversamente non avremmo mai avuto situazioni come il periodo australiano degli X-Men o un'astronave aliena parcheggiata nel centro di Manhattan.

Mi si rammenterà che solo al terzo crossover i due gruppi si incontrano.
Vero, ma... embé?!
Durante "Inferno" nella Manhattan indemoniata opera anche un quarto gruppo mutante, ovvero Excalibur, ma non si incontra con X-Men, X-Factor o Nuovi Mutanti.
Cosa sarebbe, il segno di un litigio di Claremont con sé stesso?
Non rammento nemmeno quand'è che Excalibur, che contava tra i suoi cinque membri ben tre ex X-Men, si incontrerà per la prima volta con gli amici americani.
Semplicemente non avveniva perché si trattava di gruppi distinti, con trame proprie, non il calderone del decennio successivo che mostrava una sorta di crossover continuo (a lungo paradossalmente disgiunto dal resto dell'universo Marvel).


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Perché Ciclope non ci avrebbe messo proprio nulla a telefonare alla Scuola o ad andare a chiedere spiegazioni a Tempesta.

Ebbravo...
Facendoli chiacchierare subito tutto sarebbe tornato all'ordinarietà.
Tutti a casetta, magari a fare due squadre fighissime, tipo Blue Team e Gold Team.
Rammenta qualcosa?

Il fatto che Ciclope si comporti da mezzo deficiente è vero, ma non è che sia tanto assurdo.
Ed oltretutto le storie, nel corso degli eventi, hanno comunque preso spunto da tale "deficienza" per generare ulteriori situazioni interessanti.
Non è mica successo che fosse sottaciuta...
La si è invece affrontata come era giusto che fosse.
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fiocotram
Inviato il: Giovedì, 25-Ott-2018, 01:39
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Uberlogorrea
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Personalmente, mai stato un fan della composizione anni Novanta, dell'idea delle squadre blu e oro e della divisione dei mutanti in squadre come sotto-plotoni di un esercito. Mi piaceva l'idea dell'alternanza anche per questo motivo. Qualcuno si ritira, qualcuno arriva, perché il vero fine della scuola di Xavier era educare e integrare.

Però è comunque forzato. Se TU sai di avere degli amici lontani e non hai loro notizie, non li chiami? Se credi che siano in pericolo, non provi a sentirli? Voglio dire, sono domande banali, che vengono cercando di calarsi nel punto di vista dei personaggi. Chi l'ha detto che si sarebbero per forza messi d'accordo?
Magari le fazioni discordi sarebbero rimaste.
Magari si sarebbero potuti anche dividere, non era certo la prima volta che Scott litigava con Xavier o che uno della squadra originale non fosse d'accordo con le svolte dei nuovi.

Ma al di là di questo, anche se mi calo nel loro punto di vista mi risulta uno sviluppo narrativo un po' weid...

Ciclope e gli X-men s'erano visti l'ultima volta al matrimonio in cui li aveva INVITATI, poi come se nulla fosse scorge Magneto e non fa nulla per approfondire? Il problema, malgrado l'impegno iniziale di Layton, sta nella base.
X-Factor fin dall'inizio è un'idea del cavolo che trasuda forzature. Il modo in cui i compagni di Jean sono reticenti a dirle del nuovo status di Scott, quasi come se si trattasse del segreto di Pulcinella di un cartone animato del sabato mattina, il modo goffo e stupido in cui Jean viene a sapere della cosa, durante una sessione di allenamento in cui i compagni si lasciano scappare la cosa mandandola su tutte le furie ANCHE perché l'avevano trattata per numeri e numeri da scema senza dirle niente (posso capire Bobby ma Angelo? La Bestia? Persone che comunque erano maturate, avevano relazioni adulte, non erano gli studentelli degli anni Sessanta!) l'idea stessa degli X-Terminators, a parte i costumi da Ghostbusters e gli zaini protonici senza senso che portavano in spalla, tanto scema che alla fine l'hanno dovuta ricontestualizzare svelandola come un piano dei nemici antimutanti che avevano convinto Worthington tramite Hodge, il modo in cui Ciclope smolla la famiglia e il bambino, totalmente fuori personaggio (che fine ha fatto il tizio che allontanava perfino gli altri per la responsabilità che sentiva su di loro a causa del pericolo raggi ottici?) e anche assurdo se si pensa che "il grande amore di Jean" aveva attraversato diverse fasi negli ultimi numeri della gestione Claremont/Byrne, in cui gli autori hanno provato tra le righe a farci capire che entrambi i personaggi stavano crescendo e che forse non provavano più le stesse cose l'uno per l'altra, forse avrebbero voluto crescere. Ciclope si faceva domande sui sentimenti per lei perfino quand'era creduta morta, durante il ritorno dalla Terra Selvaggia.
Madelyne invece per Scott era diversa, Claremont li aveva fatti conoscere, pur avendo meno spazio della pluriennale lovestory ScottJean aveva costruito un impianto amoroso credibile, la somiglianza con Jean era inizialmente presentata come una coincidenza ma Maddie aveva un carattere diverso: più passionale, più votata all'avventura, amava pilotare aerei e stimolava il senso per l'avventura che Ciclope stesso, in solitaria, aveva sempre apprezzato (dopotutto è figlio di un corsaro, prima ancora marito di una donna che si scarrozzava la famiglia in aereo).
Insomma c'erano delle basi di rapporto, credibile almeno quanto quello con Jean e per certi versi anche diverso e meglio costruito, che Layton e soci non hanno minimamente considerato e deposto in tutta fretta.
Quindi io capisco il tuo discorso, capisco i diktat editoriali, capisco l'esigenza commerciale di mantenere le squadre separate per convenienza e per sfruttare l'isteria mutante a fini narrativi (e dopo, per un crossover).
Ma sono comunque personaggi, non solo pedine di un piano editoriale.
E lasciami pensare che accanto a una gestione concreta, materiale, c'è una coerente e narrativa.
Io non voglio impedire ad altri scrittori di scrivere le loro storie, non sono come i passati alfieri della continuity, non gli dico che "sbagliano" a voler far fare determinate cose a un personaggio...
Dico solo che dovrebbero spiegarmi BENE come questi cambi di rotta avvengono.
E così non è stato.



Poi: certo che anche Excalibur ci ha messo tempo per incontrare i compagni X-men. Kurt e Kitty si erano ritrovati dopo le ferite del Massacro Mutante, che li avevano messi fuori gioco.
E pensavano che gli X-men fossero MORTI a Dallas, almeno per i primi numeri della loro serie.
E' una cosa diversa da Scott con X-Factor... lui sapeva che fossero vivi.


L'unico modo in cui in questi anni hanno sviluppato Ciclope a partire dalla svolta WTF dell'abbandono della famiglia è stato raccontarlo (se si esclude Lobdell e Morrison) come immaturo sentimentalmente, stronzo e voltagabbana (addirittura spinto a creare una sua versione Magnetofila e totalitaria della leadership mutante, diventando nemico del sogno di Xavier).
Ma è a partire dalla cattiva scrittura dell'incipit di X-Factor che tutto si sviluppa.


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Jenny
Inviato il: Giovedì, 25-Ott-2018, 02:02
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Ripeto: un conto è ciò che fa Layton ed un altro conto è ciò che fa Simonson.
Layton se ne frega di tutto, ha un'idea scema per far operare nuovamente i cinque X-Men originali e la mette in scena in maniera dozzinale, anche un po' destrorsa.
Simonson invece prende la palla al balzo correggendo la rotta, ponendo l'attenzione sulle contraddizioni del gruppo e dei singoli personaggi ed incastonando tutto in quell'ambiente quasi distopico e disperato che era la questione mutante in mezzo agli anni '80.
Non scrive storie straordinarie, ma fa un onesto lavoro, che tiene comunque conto di quello che contemporaneamente fa Claremont (e viceversa).
Ed oltretutto quelle storie le fa disegnare dal marito, cosa buona e giusta.

Il fatto che Ciclope non faccia telefonate non lo decide solo Simonson, ma lo decide pure Claremont.
E' evidente il contrasto personale ed idealistico che può correre tra una scuola diretta da Magneto ed i cinque ragazzi che per anni lo hanno avversato.
Nessuno di essi ha partecipato al processo di redenzione di Magnus e di conseguenza lo scrutano con diffidenza (tipo quando vedono l'ex criminale entrare nella sede del Club Infernale), anche perché va detto che contemporaneamente gli X-Men, pur con le loro indubbie buone intenzioni, agiscono sempre più fuori dalla legalità.

QUOTE
Poi: certo che anche Excalibur ci ha messo tempo per incontrare i compagni X-men. Kurt e Kitty si erano ritrovati dopo le ferite del Massacro Mutante, che li avevano messi fuori gioco.
E pensavano che gli X-men fossero MORTI a Dallas, almeno per i primi numeri della loro serie.
E' una cosa diversa da Scott con X-Factor... lui sapeva che fossero vivi.

Saranno cose diverse, ma poco prima di "Inferno" nessuno dei due gruppi sa che gli X-Men sono ancora vivi.
Un gruppo (scritto da Simonson) li incontra, mentre invece l'altro (scritto da Claremont) no.
Quindi non c'è nessun contrasto narrativo che sia anche riflesso di uno reale tra gli autori, visto che in un caso (con autori diversi) si fa in un modo mentre invece nell'altro (con il medesimo autore) no.
E' una semplice scelta narrativa.
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fiocotram
Inviato il: Venerdì, 26-Ott-2018, 02:49
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X-Factor nasce in un periodo in cui nessuno riteneva gli X-men morti e Ciclope li aveva perfino invitati e incontrati tutti al suo matrimonio.
Excalibur nasce in un momento in cui gli X-men sono effettivamente dati per morti dopo gli eventi di Dallas, per giunta con la magia della dea Roma che li rendeva invisibili alle telecamere.
La differenza principale è questa.
Vabbé che poi tutto è stato abbondantemente retconizzato e tutte le stranezze di Scott attribuite a Sinistro o a chissà cos'altro, ma io personalmente sono sempre stato contrario a questo tipo di soluzioni narrative così facili e banali...tipo quando Hank Pym faceva la paraculata di attribuire tutti i suoi esaurimenti nervosi o il fatto che aveva picchiato la moglie all'influsso di Kang/Immortus....

Non è la continuity, non sono i crossover, non sono i costumini o i poteri strani a far precipitare spesso i fumetti di supereroi nell'abisso dell'intrattenimento stupido e infantile (non PER bambini, ma bambinesco), ma soluzioni narrative come queste a farmi girare i coglioni.


Comunque, per tornare al discorso di Jean, durante X-Factor inizialmente l'ambiguità tra Jean e Fenice che potevano non essere la stessa persona c'era, perché lei non ricordava gli eventi di cui era stata protagonista nei panni di Fenice.

Claremont mi ricordo scrisse una storia di Classic X-men, in appendice alle ristampe delle storie in cui Jean diventava per la prima volta Fenice, in cui si mostrava come l'entità aveva salvato Jean dalla morte nello Shuttle guidato telepaticamente per salvare gli amici a sua volta. Mi ricordo gli sconvolgenti disegni di Bolton con una Jean praticamente ridotta a uno scheletrino grigio a causa dell'influsso del calore e delle radiazioni sul suo povero corpo, mi ricordo il bozzolo in cui l'entità la rinchiudeva, per poter vivere la sua vita al posto suo mentre "in cambio" le curava le ferite in una fiabesca teca luminosa in fondo all'abisso...
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Jenny
Inviato il: Venerdì, 26-Ott-2018, 03:40
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QUOTE (fiocotram @ Venerdì, 26-Ott-2018, 01:49)
X-Factor nasce in un periodo in cui nessuno riteneva gli X-men morti e Ciclope li aveva perfino invitati e incontrati tutti al suo matrimonio.
Excalibur nasce in un momento in cui gli X-men sono effettivamente dati per morti dopo gli eventi di Dallas, per giunta con la magia della dea Roma che li rendeva invisibili alle telecamere.
La differenza principale è questa.

La conosco questa differenza...
Citavo il caso di Excalibur solo per ribadire che se due gruppi non si incontrano o non si parlano o se le loro storie non si intrecciano in maniera più rilevante di varie scene (palesemente concordate), non significa affatto che tale mancato incontro/dialogo/incrocio rispecchi un presunto contrasto vigente nella realtà tra autori, o tra uno degli autori ed il varo di una serie che lo riguarda o non lo riguarda.
Il fastidio di Claremont potrà esser stato vero all'inizio, quando a ideare X-Factor fu Layton (che se ne occupò solo per un semestre), ma poi no.
Ok?
Tradotto: Il fatto che Claremont e Simonson non inscenassero la resa dei conti tra X-Men ed X-Factor prima di "Inferno" fu programmato, fu narrativamente motivato (in quelle storie, non in altre successive) e non fu il frutto di un fastidio di uno o dell'altra.
Andavano talmente d'accordo e si confrontavano così tanto da passarsi il testimone su New Mutants, oltre che riferirsi continuamente nelle proprie storie a quello che faceva l'altro/a.
Per dire: il demone N'astirh, il principale personaggio scatenante "Inferno", se l'inventa Louise Simonson mesi prima su X-Factor e poi Claremont lo usa tranquillamente per corrompere sia Madelyne (su UXM) che Meggan (su Excalibur).


QUOTE
Comunque, per tornare al discorso di Jean, durante X-Factor inizialmente l'ambiguità tra Jean e Fenice che potevano non essere la stessa persona c'era, perché lei non ricordava gli eventi di cui era stata protagonista nei panni di Fenice.

Claremont mi ricordo scrisse una storia di Classic X-men, in appendice alle ristampe delle storie in cui Jean diventava per la prima volta Fenice, in cui si mostrava come l'entità aveva salvato Jean dalla morte nello Shuttle guidato telepaticamente per salvare gli amici a sua volta. Mi ricordo gli sconvolgenti disegni di Bolton con una Jean praticamente ridotta a uno scheletrino grigio a causa dell'influsso del calore e delle radiazioni sul suo povero corpo, mi ricordo il bozzolo in cui l'entità la rinchiudeva, per poter vivere la sua vita al posto suo mentre "in cambio" le curava le ferite in una fiabesca teca luminosa in fondo all'abisso...

Sì, ma guarda che ne avevamo già parlato in precedenza...
E la (bella) storia di appendice di Classic X-Men non faceva altro che ampliare la medesima scena/ricordo già narrata da Byrne in quel fatidico racconto dei Fantastici Quattro (pubblicato prima).
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absoluto
Inviato il: Domenica, 19-Apr-2020, 15:10
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Fletto i muscoli e sono nel vuoto
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Scusate se riposto parlando del fumetto che da il titolo al topic anziché addentrarmi nelle diatribe sulle vicende editoriali ed i dietro le quinte della gestione Claremont che tanto stanno a cuore ad alcuni utenti. Stanno tanto a cuore che potrebbero anche aprirci un topic apposito anziché raccontare di cosa decisero Shooter e Harras a scapito di X-Chris in OGNI topic riguardante i mutanti.
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Chiusa parentesi.

Ho letto il primo volume di Grand Design da fan di Piskor (seguo anche il suo Hip-Hop Family Tree: una pietra miliare per gli amanti di quel genere musicale).

La passione che Piskor trasmette nella sua opera magna, traspare anche in questo atto d’amore verso gli X-Men. Potremmo dire che questo è il fumetto che ogni nerd lettore dei mutanti Marvel avrebbe voluto raccontare. Piskor cerca di ordinare e gli eventi nel loro ordine cronologico mostrandoci immediatamente cosa accadde ai genitori di Scott e Alex subito dopo l’incidente o anticipando l’interesse della forza Fenice per Jean in una cornice in massima parte coerente alla continuity ufficiale.
A questi episodi si aggiungono alcuni elementi di retcon che a me piaiono comunque plausibili (vedi Magneto che contatto Namor per unirsi alla sua crociata) ed altri meno (Fury, gli X-Men che saprebbero Xavier vivo) andando comunque a tessere un arazzo pressoché perfetto.

Se è vero che la massima gioia la traggono coloro che conoscono bene la storia degli X-Men, non posso che pensare che questa lettura piacerebbe anche ad un novizio: quello che successe a me leggendo il già citato Elegia, una delle mie primissime letture mutanti.
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raes19
Inviato il: Domenica, 19-Apr-2020, 20:08
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Asterix
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il contatto fra magneto e namor non c'è anche nelle storie ufficiali? mi sembrava di s' ma non ne sono sicuro
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Jenny
Inviato il: Sabato, 25-Apr-2020, 19:55
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QUOTE (raes19 @ Domenica, 19-Apr-2020, 19:08)
il contatto fra magneto e namor non c'è anche nelle storie ufficiali? mi sembrava di s' ma non ne sono sicuro

Infatti è così: risale all'ultima storia degli FQ ad opera della coppia Lee & Kirby.
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capitangazzella
Inviato il: Domenica, 26-Apr-2020, 11:14
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Uomo Mascherato
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QUOTE (Jenny @ Sabato, 25-Apr-2020, 18:55)
QUOTE (raes19 @ Domenica, 19-Apr-2020, 19:08)
il contatto fra magneto e namor non c'è anche nelle storie ufficiali? mi sembrava di s' ma non ne sono sicuro

Infatti è così: risale all'ultima storia degli FQ ad opera della coppia Lee & Kirby.

In realtà risale a una storia precedente degli X-Men stessi. Di cui per qualche motivo (dimenticanza?) non si tenne conto in quella storia dei Fantastici Quattro (i 2 sembrava che non si conoscessero).
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